Piccole cose che mi fanno salire il “Bellammerda”

Sono molte le persone che amano sentirsi come Amelie Poulain.
Persone che amano metterti al corrente del proprio amore per i particolari, per i semi di girasole tra le dita delle mani, per il mirabolante lancio del sasso alla Hercules, per l’espressione della gente quando in ascensore c’è qualcuno che puzza di pesce marcio e cipolla che nemmeno Capitan Findus in uno dei suoi giorni peggiori, e per milioni di altre cose che vorrebbero far passare per straordinariamente hipster e che invece faceva anche mio nonno in campagna negli anni quaranta.
Sono sempre lì, in agguato, per farti sentire uno scarto dell’umanità se non te ne frega nulla che ci sia una mosca che passa sullo sfondo di un diamine di film che hai pagato ben nove euro per poter vedere. Fosse la programmazione a tre euro del martedì, ti dici, e invece no, la devi vedere quella maledetta mosca, se no sei un cattivone e non ami abbastanza la vita. E tra tutti questi stimoli contrari, che ti fanno passare da un acuta forma di bovarismo all’isteria andante, finisci col pensare che sia giunto il momento di cogliere la palla al balzo una volta per tutte, ed essere un cattivone fino in fondo.
Così, mentre ero sul treno e ammiravo un paesaggio che di suggestivo non aveva proprio nulla a parte il tipo figo seduto nel posto davanti al mio, mi sono resa conto che anche la mia vita è piena di piccole cose.
Un sacco di piccole cose di merda.

PICCOLE COSE CHE MI FANNO SALIRE IL “BELLAMMERDA
(Solo cose per deboli di cuore. Sempre che ne abbiate uno):

– Salire gli scalini troppo lunghi sempre con lo stesso piede;

– Non riuscire a fermare il microonde a un multiplo di cinque;

– Dormire con i piedi fuori dalla coperta;

– Rovinarsi il gusto dell’uva mordendone i semi;

– Sbagliare riga leggendo un romanzo e farsi spoiler da soli;

– Vedere briciole perdutamente incastrate nella tastiera del portatile;

– Non riuscire a tenere aperto il gancio delle collane;

– Cercare di addormentarsi e sentire il ticchettio dell’orologio;

– Sporcarsi le mani mettendo i piatti in lavastoviglie;

– Accendere un computer in università e vedere solo l’icona di Internet Explorer;

– L’irrefrenabile bisogno di fare la pipì subito dopo essere usciti di casa;

– I calzini troppo larghi che scendono sotto il piede mentre si cammina;

– I collant troppo stretti che scendono sul cavallo mentre si cammina;

– I commenti ovvi durante i momenti cruciali di un film (si veda “è morto!”);

– La puzza di auto nuova;

– Non essere in grado di riavvitare il tappo del latte;

– Aprire i biscotti e distruggerne la confezione;

– L’umidità che arriccia la frangetta sopra le orecchie;

– Distruggersi un dito nel tentativo di mangiare una pellicina;

– La crema solare impiastricciata tra le dita delle mani;

– La sabbia che si incastra tra il piede bagnato e l’infradito;

– Uscire dalla doccia e accorgersi di avere ancora della schiuma sulla schiena;

– Uscire dalla doccia e accorgersi di avere dei capelli incollati alle braccia;

– Immaginare avvenimenti nefasti e fatali in ogni luogo e in ogni momento;

– I risvoltini dei jeans che si ammosciano a fine giornata;

– Pantaloni a vita bassa che appena ci si siede lasciano intravedere senza via di fuga le segretissime mutande antiuomo;

– Correre per non arrivare in ritardo e rendersi conto che sono tutti in ritardo;

– Dover iniziare a mangiare senza che siano tutti a tavola;

– Pulirsi gli occhiali e sporcarli ancora di più;

– Dover scrivere liste e dimenticarsi quello che si aveva in mente, tipo in questo caso, in cui avrei voluto scrivere molte altre cose e invece no. Buon per voi.

E questo è tutto, anche se in realtà non lo è. Ma a chi importa, in fondo, tanto oggi abbiamo la voglia di vivere che nemmeno Edward mani di forbice, e quindi va bene tutto.
Quindi grazie e arrivederci, motherfuckers.

10 pensieri riguardo “Piccole cose che mi fanno salire il “Bellammerda”

  1. Ahahah, ne condivido parecchie e, pur avendole vissute, alcune nemmeno capivo quanto mi facesse incazzare. Tipo la pellicina del dito, la pulizia degli occhiali, frantumare i biscotti, gli scalini con lo stesso piede… ahahah!

  2. io aggiungerei anche
    -Tirare la linguetta per aprire lo yogurt (o simili) e ritrovarsi con la linguetta stessa in mano e la scatola ancora chiusa.

    Simpatico l’articolo! mi ha fatto sorridere! e in alcune(molte) situazioni mi ci si sono rivista!

  3. Ne ho spuntate una valanga. Ma io sono in fase negativa da feste forzate. Ripasso con il buonumore che sono una tollerante nei confronti della vita io. Forse. Forse no.

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